Non bastano gli spot pubblicitari o nuove strategie investigative per la lotta al sommerso; tutti sanno che la tassazione in uno Stato è obbligatoria, ma aumentano, di settimana in settimana, i cittadini che avvertono come iniquo il peso fiscale imposto. Il dato è tanto allarmante quanto in contro tendenza, rispetto a quanto appare dagli studi e le pubblicazioni dell'Agenzia delle Entrate e dello stesso Governo. Ad Aprile, la rilevazione sulla Tax Compliance, ha fornito un dato significativo, vedendo incrementarsi del 5,2%, l'indice di insoddisfazione e sofferenza. Numeri confermati da un aumento dell'evasione fiscale del 3,6% su base mensile. La Tax Compliance è uno speciale indice, aggiornato mensilmente, che elabora le risposte fornite da un campione di 5.000 contribuenti divisi per fasce di reddito; il dato complessivo è formato attraverso la proporzione tra la fiducia nella situazione attuale e le aspettative per il futuro. Con l'analisi dettagliata delle risposte fornite, ecco emergere dei particolari inquietanti, che rapportati all'equivalente situazione europea di un omologo contribuente medio, dà veramente il termometro di una tensione sociale e un’ evasione fiscale ormai alle stelle. In Italia, ogni cittadino paga circa 8.000 euro annui allo Stato, tra tasse, accise, balzelli e tassazione indiretta; in Europa la media è ben più bassa, viaggiando sotto tale tetto, per la maggior parte dei Paesi componenti dell'Unione Europea; di contro, mentre un cittadino tricolore ha un ritorno, in termini di servizi equivalenti e welfare, per un importo pari a 3.460 euro; altri Stati europei, come la Francia, seguita dalla Germania, Svezia, Olanda, Inghilterra e Spagna, si attestano a quota 8.120 euro, forti anche dei massicci investimenti in termini di servizi al cittadino e tutela dei loro diritti. Se è vero, che la Tax Compliance misura l'indice di fiducia nelle istitutizione e la percezione di giustizia sociale nel corrispondere le tasse, c'è da prendere atto che, solo nell'ultimo mese, l'indice di fedeltà fiscale è sceso, toccando il minimo storico, a quota 11,3%, come in modo esponenziale, negli ultimi 5 anni, è cresciuto a dismisura l’ evasione fiscale, con punte di poco sotto il 40% nel Nord Italia. Il doppio binario, quasi una partita doppia, con la quale l'Italia si gioca il futuro, sta proprio in questi dati. Con il precipitare degli eventi e la crisi sistemica ed endemica, che rischia e minaccia giornalmente di mandare all'aria anche questi ulteriori sacrifici, rendendoli vani, è necessario che il contribuente riacquisti fiducia nelle istituzioni; questo può avvenire solo ed esclusivamente attraverso una vera e concreta inversione di tendenza, che porti al costante miglioramento dei servizi forniti, come i trasporti pubblici, il verde, le aree attrezzate. Ma questo, da solo, non basta; anche il palesarsi delle ingiustizie sociali ed il venire a conoscenza di disuguaglianze senza spiegazioni, portano il cittadino medio a porsi nella prospettiva di chi non paga, perché c'è qualcuno che più di lui ha il dovere di mettersi in pari con lo Stato sociale. Purtroppo un passato di impunità non può essere cancellato dall'odierno rigore, cosi come un Governo non può immaginare di ripianare il buco dei conti pubblici, attraverso le cartelle esattoriali, che molti non percepiscono come dovute ma che, per quelli che lo fanno, c'è anche la dura constatazione dell'impossibilità all'adempimento dei pagamenti, per la cronica mancanza di lavoro e per una pressione fiscale che, secondo gli ultimi dati, nel 2012 si attesterà al 47%. Quindi l’ evasione fiscale è ormai vista da molti come autodifesa. Una possibile fuga sono gli investimenti attraverso società offshore. |